Varsavia, la città delle Sirene Guerriere

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Alzarsi molto presto nella propria casa piena di sole per iniziare a lavorare e, nella deambulazione semi-autoportante che dal letto conduce al caffè (nel mio caso c’è di mezzo una rampa di scale) sentire i glutei e le piante dei piedi far male…
Cose rimastemi addosso da Varsavia.

Altra cosa fisicamente percepibile, una ridicola stilizzazione sul polso, fatta con la biro – da me, in aereo – di una sirena guerriera. 

Postumi del mal di Varsavia, che tra pochissimo, massimo un giorno, passeranno. Ma la sirena guerriera resterà sempre la prima cosa che ricorderò di questa città, quindi è giusto che sia la prima della quale scrivo.

Scriverò a lungo e nel dettaglio della mia Varsavia, città dalle mille sorprese (davvero inattese), scriverò delle cose da fare e da vedere, quando andare e perché, quindi stay tuned.

Adesso mi crogiolo nella mia sensibilità alle informazioni inutili, e la mia storia inutile di oggi è quella della

Sirena Guerriera. 

varsavia sirena

Simbolo della città di Varsavia, ha sostituito e sconfitto nell’iconografia antica quello che era una figura umana con ali, zampe e coda e pancia squamata. La figura umana si è trasformata in donna (con seni e capelli lunghi) nei decenni del XIV secolo fino ad arrivare al 1700, quando iniziò ad essere rappresentata con la coda di pesce. Nel tempo cambiano alcune caratteristiche fisiche ma mai scudo e spada.
La leggenda vuole che sia “sorella” della sirena di Copenhagen (una delle aggiunte più recenti alla leggenda ben più antica) e di altre due che hanno percorso il fiume Vistola sino ad arrivare al Mar Baltico.
Lei rimase a Varsavia perché dai suoi abitanti fu aiutata e in segno di gratitudine giurò eterna protezione alla città.

mermaid worrior vostola

Più affascinante del drago, pian piano è entrata nella semiotica e nell’immaginario della città.

Le due principali sirene guerriere di Varsavia sono al centro della Piazza del mercato e lungo il fiume Vistola.
Su scenari centrali per la vita della città, si ergono quindi queste figure femminili bronzee, rassicuranti, fiere, eleganti, difensive.

Ancora più bello è imbattersi in Sirene Guerriere nel resto della città, sulle porte antiche, sui pali e sulle insegne moderne dei locali, in legno o in ferro battuto, stilizzate o forgiate in manierismo neoclassico.

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Non cantano e non ammaliano, non ingannano, nessuna  espressione sognante e lontana, nessun atteggiamento seduttivo. Hanno scudo e spada, sono bellissime eppure serie e incutono riverenza.

Cercarle e trovarle è stimolante e può essere un bellissimo gioco da fare con i bambini. O con me.

Nb: negli articoli su Varsavia in lingua inglese di questo blog ne scriverò sempre come Warrior Siren e non come Mermaid. Siren come parola è molto desueta e tutte le guide turistiche la chiamano Mermaid. E questo ha senso.

Ma alcune parole mi piacciono meno di altre. La parola mermaid mi dice poco, mi suona di Disney o di una Sirena a Manhattan. C’è quel ‘maid’ che proprio non riesco a collocare nel significante di queste sirene guerriere.
Queste sono adulte, mature, a tratti ruvide e marziali. Queste sono Siren.

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